Deserto Solitario by Edward Abbey

Deserto Solitario by Edward Abbey

autore:Edward Abbey [Abbey, Edward]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Verso mezzogiorno le ondate di calore cominciano a salire verso l'alto dalle estensioni di sabbia e di roccia nuda. Brillano come veli trasparenti e sottili tra il mio rifugio sacro nell'ombra e il resto del mondo abbagliato dal sole. Gli oggetti e le forme viste attraverso questo velo tremulo appaiono un po' distorte e fuori posto, così come un bastoncino sembra piegato quando è immerso a metà nell'acqua.

La grande Balanced Rock galleggia pochi pollici sopra il suo piedistallo sostenuta da uno strato di aria surriscaldata. Le colline a picco, i pinnacoli e le pinne nella zona delle Windows si piegano e oscillano sullo sfondo dello scenario come un fondale dipinto increspato da una folata di vento. Le vette della Sierra La Sai — il monte Nass, il monte Tomaski, il monte Peale, il monte Tukuhnikivats e gli altri — sembrano sciogliersi una nell'altra, mischiarsi come nuvole cosicché il profilo di una montagna non può essere distinto da quello di un'altra più vicina o più lontana.

In primo piano i pini pinyon nani e il ginepro ondeggiano come alghe sott'acqua senza, però, perdere l'accuratezza dei loro dettagli. Non siamo infatti in presenza del tipo d'illusione che si chiama miraggio, c'è solo il debole inganno del movimento poiché in realtà non si muove nulla tranne l'aria surriscaldata. Non capita mai di avere un miraggio vero e proprio nell'alto deserto delle terre dei canyon e delle mese; per quello spettacolo bisogna andare a ovest o a sud ovest, nelle province di bacini e montagne dell'Arizona, del Nevada, della California meridionale e di Sonora. Là i letti asciutti dei laghi che ci sono tra catene montuose parallele si riempiono di piani di aria calda che riflettono il cielo e le montagne come fossero degli specchi, creando laghi immaginari dalle acque blu, montagne capovolte, la strana visione di uomini ed animali che camminano sopra le acque o che le attraversano, miracoli di evangelica memoria.

Disidratazione: l'aria del deserto succhia umidità da tutti i pori. Bevo un sorso d'acqua dal contenitore di tela che pende sopra la mia testa, acqua fresca a causa dell'evaporazione. Il mezzogiorno qui è come una droga. La luce è psichedelica, l'aria secca ed elettrica fa da narcotico. Per me il deserto è stimolante, eccitante, esigente; non ho la tentazione di dormire o di rilassarmi in sogni occulti, ma mi fa l'effetto opposto, mi affila e accentua la vista, il tatto, l'udito , il gusto e l'odorato. Ciascuna pietra, ciascuna pianta, ciascun granello di sabbia esiste in se stesso e per se stesso con una chiarezza che non è diminuita da nessuna suggestione di realtà diversa. Claritas, integriteli, veritas. Solo la luce del sole tiene unite le cose. Il mezzogiorno è l'ora cruciale: il deserto si mette a nudo con crudeltà, senza nessun significato aldilà della sua stessa esistenza.

Il mio ginepro solitario è lì mezzo vivo, mezzo morto, l'artiglio di legno colore dell'argento e sfregato dal vento rigido, proiettato verso il sole. Una sola nuvola è sospesa nel cielo a nord-est, immobile, una magica



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